cibo e viaggi

Alla scoperta di Barcellona. Cibo e cultura

Sagrada Familia - Barcelona

Ricorderò l’estate 2022 come una delle più degli ultimi anni. A Torino si schiattava dal caldo, nonostante il nostro palazzo fosse protetto dall’impalcatura e continuamente ombreggiata dalla rete di protezione. In quella estate così calda abbiamo fatto un week end lungo a Barcellona. Non sto qui a tediarvi con il ritardo di 4 ore in partenza.

Il viaggio di qualunque durata esso sia è indissolubilmente legato all’esperienza quotidiana con il cibo.

Giovanni Cassano

Concedetemi una autocitazione, sto scrivendo questo articolo che sono appena le 6 del mattino, mangiando una fetta di pane con della marmellata di arancia preparata dalla mamma ed una tazza di caffè americano della StarBucks, con l’obiettivo di non pensare troppo alle problematiche quotidiane.

Il programma delle giornate era abbastanza semplice: sveglia presto, colazione al bar e subito in giro a macinare chilometri fino a tardo pomeriggio, piccola sosta relax in albergo, doccia e cena.

La cosa che mi è subito piaciuta è stata che al bar era possibile fare la colazione sia dolce che salata. La cosa che mi ha colpito è che le brioche erano enormi e piene di crema, proprio come è abitudine nel sud Italia. Nel nostro breve viaggio, abbiamo eletto El Fornet come luogo per la colazione.

Una delle primissime tappe è stata la Boqueria. Mi sarei fermato ad ogni chioschetto, dal banco della frutta fresca a quello del pesce con frittura espressa, passando per il banco del queso. Un girone dantesco, dove è un vero piacere perdersi. Il cibo declinato in tutti i modi possibili e commestibili. La gastronomia

L’uomo, ma anche la donna, non vivono di solo pane e Barcellona si è dimostrata la città giusta per fare anche “altro”. Una città densissima di cultura: dalla Sagrada Familia, alle tante opere realizzate da Gaudì (casa Batlló, la Pedrera solo per citarne alcune ed anche quelle più vicine al nostro albergo).

Una sera siamo usciti per mangiare delle tapas da Euskal Etxea, avevamo prenotato ma il locale èanche ristorante, per le tapas non è necessario prenotare. Ci siamo seduti per cenare, nonostante le tapas erano molto invitanti. Ho ordinatp delle acciughe fritte. E’ stata una vera sorpresa vedere arrivare un pentolino in terracotta con dell’olio di oliva caldo e il piatto con le acciughe pulite da friggere. Il cameriere ha versato nell’olio l’aglio tritato e subito ha immerso le acciughe nell’olio. Le ha tenute pochi secondi, del resto non avevano bisogno di una lunga cottura.

Oltre all’arte e al cibo, non ho potuto fare a meno di notare la pulizia della città con i cassonetti della differenziata in ogni strada della città puliti e ben tenuti.

Per non parlare delle differenti regole nei cantieri edili, di cui vi risparmio le foto